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Il comportamento passivo-aggressivo

comportamento passivo-aggressivo

Può essere definito come tutto ciò che evita un confronto diretto, ma che permette di esprimere la rabbia in modi mascherati.

Le caratteristiche del comportamento passivo-aggressivo

  • Essere scontrosi e  imbronciati.
  • Essere sempre arrabbiati e difficili da accontentare.
  • Comportamento da vittima e continue lamentele sulla vita e sulle persone.
  • Comportamento da martire: “Vai anche senza di me, tanto non conto nulla!
  • Comportamenti infantili come forma di richiesta di attenzione.
  • Ricatto emotivo: “se mi amassi veramente, faresti ciò che dico io”; “ți ho tradito perché non te ne frega nulla di me”; “se mi lasci, mi ammazzo”…
  • Evitare il conflitto e qualsiasi forma di confronto adulto-adulto.
  • Parlare male delle persone alle loro spalle
  • Il trattamento del silenzio (a volte per giorni o settimane, soprattutto nei confronti del partner – invece di comunicare cosa c’è che non va, si aspetta che gli si legga nel pensiero, nel nome dell’”amore”)
  • Incolpare il partner per tutto ciò che va storto e rifiuto delle proprie responsabilità.
  • Rifiuto indiretto di soddisfare i bisogni di qualcuno, con un atteggiamento evitante: emotivamente e sessualmente  freddo. Si tratta di un rifiuto dell’altro senza dare spiegazioni per questo comportamento. Alla base c’è una rabbia repressa, un’incapacità di tollerare la vicinanza e tensioni accumulate che stanno per esplodere da un momento all’altro.
  • Arrivare in ritardo quotidianamente, anche se per pochi minuti alla volta. È un modo per disturbare gli altri e attirare l’attenzione su di sé, oppure può essere dovuto alla tendenza a procrastinare.
  • Critiche estremamente dure nei confronti del partner di fronte alla sua famiglia o ai suoi amici.
  • Dimenticare” eventi importanti, anniversari, le chiavi dell’auto, la lista della spesa sul tavolo, il garage aperto di notte, ecc.
  • Sentirsi facilmente offeso da qualsiasi forma di critica.
  • Essere molto sarcastici per mascherare i sentimenti di odio o disaccordo con uno scherzo.
  • Parlare male dietro alle spalle delle persone.
  • Dare consigli e opinioni non richieste, ad esempio: “Se fossi in te, mi concentrerei sul perdere qualche chilo, sembri un orso polare!
  • Commenti sarcastici e irrispettosi: Es.:”Wow, la cena che hai cucinato era davvero commestibile!“.
  • Cambiare i piani per le vacanze all’ultimo minuto, assicurandosi così di avere il controllo e il potere sulle persone.
  • Scarse capacità di comunicazione.

Queste persone vogliono mostrare al mondo che stanno soffrendo e allo stesso tempo punire gli altri con il loro comportamento. Più precisamente non sono felici perché gli altri fanno scelte che non condividono o non le fanno le cose al modo loro!

              Ecco cosa dice Alain de Botton a proposito dell’essere imbronciati: “Al centro del broncio c’è una miscela di rabbia intensa e di un desiderio altrettanto intenso di non comunicare ciò per cui si è arrabbiati. L’imbronciato ha un disperato bisogno che l’altra persona capisca, eppure rimane assolutamente impegnato a non fare nulla per aiutarla a farlo. Proprio il bisogno di spiegare costituisce il nucleo dell’insulto: se il partner richiede una spiegazione, è chiaro che non ne è degno. Questo è ciò che resta del pensiero magico che usavamo spesso da bambini. Ci aspettiamo che il nostro partner ci legga nel pensiero, senza abbassarci a chiedere ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno. La maturità inizia con la capacità di ammettere la propria follia. Se non ci sentiamo regolarmente in imbarazzo per quello che siamo, il viaggio verso la conoscenza di noi stessi non è ancora iniziato”.

Le persone con un comportamento passivo-aggressivo prediligono il lavoro di gruppo, a causa della loro tendenza a evitare troppe responsabilità e la possibilità di essere ritenuti responsabili di certi comportamenti o di fallimenti diretti nei progetti di lavoro.

A loro piace parlare a nome degli altri: “Penso che molte persone pensino che sarebbe meglio se facessimo questo e quello…“, anche se gli altri non la pensano davvero così.

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Come mai alcune persone si comportano così?

 Molto probabilmente da bambini non era permesso loro di esprimere alcuna forma di rabbia. Erano “costretti” a comportarsi bene; esplosioni di rabbia e capricci non erano tollerati. Qualsiasi forma di conflitto aperto non era di fatto tollerata, così hanno imparato a esprimerla in modo sovversivo. C’erano atti di bullismo e probabilmente punizioni fisiche, quindi hanno imparato a esprimere la rabbia in modo mascherato, per essere sicuri di non perdere la relazione.

Se in passato sono stati respinti o rifiutati, hanno imparato a non esprimere direttamente i loro bisogni, a evitare il conflitto e molte volte anche la forma più sana di confronto. Ma queste tensioni e frustrazioni quotidiane inespresse, accumulate nel tempo, a volte portano a esplosioni di rabbia, sproporzionate rispetto alla causa scatenante.

Alcuni genitori continuano a dire ai figli come vivere la loro vita, anche se hanno 40 o 50 anni. Non essendo d’accordo con le loro scelte relazionali, cercano di manipolarli in modo  più o meno aperto!

Sono convinta che la maggior parte delle persone non lo faccia in modo del tutto consapevole. Ma poiché loro stessi sono infelici e non hanno la vita che desiderano, è difficile accettare la felicità degli altri, soprattutto in modi che a loro sembrano estranei.

Le persone passive credono fortemente nel destino, incolpano gli altri, le circostanze e la vita per essere stata dura con loro, rifiutandosi allo stesso tempo di fare scelte difficili che potrebbero migliorare drasticamente la loro vita.

Più ci colpevolizziamo e più restiamo lontani dalle nostre risorse interiori, dal nostro potenziale, rintanati nel comfort, in situazioni “calducce” che non ci rendono felici restando in anestesia emotiva, insensibili e indifferenti al dolore e ai dispiaceri degli altri.

Se vi preoccupate troppo di ciò che gli altri pensano di voi, cercando costantemente conferme non state vivendo la vostra vita, ma quella che gli altri si aspettano da voi. Siete molto facili da manipolare, e due parole vi possono buttare giù, come un tornado tropicale!

Il comportamento passivo-aggressivo è una forma di rifiuto delle nostre responsabilità. Le persone emotivamente sane non hanno bisogno di dare la colpa di tutto agli altri. Fanno scelte in base ai loro valori; non si aspettano una vita magicamente perfetta senza alzare un dito!  Non si aspettano che l’altro cambi e non vogliono salvare o essere salvati da nessuno. Non cercano scuse o giustificazioni e non incolpano gli altri per tutto ciò che non sono riusciti a ottenere nella loro vita.

Come reagire a un comportamento passivo-aggressivo?

Il modo migliore è ripetere direttamente le parole dell’offensore, dicendo: “Mi hai appena offerto un consiglio non richiesto sulla mia perdita di peso?

Oppure si potrebbe dire: “A parole dici qualcosa, ma il tuo viso sembra piuttosto infelice. Potresti dirmi chiaramente di cosa hai bisogno o cosa intendi veramente?“.

Oppure: “Puoi ripetere quello che hai appena detto? Voglio essere sicuro di aver sentito bene“. Questo è un modo sottile per renderli consapevoli delle loro parole e del loro comportamento.

Oppure fatte domande neutre: “Come potresti guardare questa situazione in modo diverso? Cosa ti disturba tanto da…?“.

Alla persona passiva-aggressiva manca qualcosa nella vita. La cosa su cui scherza di più, su cui è più cinica, quella che ispira i commenti più inappropriati, quella che invidia di più in un altro, è quella che sente mancare nella propria vita. Di solito si tratta di un legame, di una relazione. Sentono di non poterlo ottenere, quindi invidiano chi ce l’ha. Sminuiscono l’importanza di quella relazione, diventando molto sarcastici e cattivi nei confronti delle donne o degli uomini in generale. Dietro questo comportamento si nascondono rabbia repressa, delusione, sensazione di non contare per nessuno, di non essere speciali, di non meritare di essere amati. hanno la sensazione che la vita gli stia scivolando tra le mani, che non hanno un talento speciale, che non fanno la differenza per nessuno!

 In alcune occasioni va bene dire loro in modo chiaro e diretto che non tolleri questo comportamento: devi metterli di fronte alle conseguenze delle loro azioni. Non potete mai permettere che i vostri limiti personali vengano violati ripetutamente. Probabilmente vi odieranno per questo, ma vi rispetteranno!

Emanuela Duriga

Emanuela Duriga

Psicologa clinica e coach relazionale con formazione in sessuologia, Psico-traumatologia e Psico-somatica.

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