Che cos’è il TRAUMA COMPLESSO

trauma complesso

Cos'è il trauma

L’enciclopedia Treccani definisce il trauma in psicologia come ” turbamento dello stato psichico prodotto da un avvenimento dotato di notevole carica emotiva.”

Data questa definizione, possiamo avere 2 tipi distinti di trauma:

  1. Trauma da shock: è di solito un unico evento straordinario, con un chiaro inizio e una chiara fine, minaccioso per la nostra vita, inaspettato, intenso, che crea cambiamenti fisiologici e ci spinge a cercare la sicurezza. Qua possiamo includere: attacco terroristico, esplosione di una bomba in guerra, stupro, incidente auto ecc
  2. Trauma di sviluppo: un evento ripetuto frequentemente, causato dagli altri, (spesso è ancora in corso) senza un chiaro inizio e una fine chiara, è minaccioso e potenzialmente letale dalla prospettiva di un bambino, diventa familiare nel tempo, produce cambiamenti psico biologici persistenti e porta a vivere in costante mancanza di sicurezza emozionale e mentale.
    Questo può essere:
    • negligenza fisica: non ti hanno lavato, spesso non c’era nulla da mangiare, avevi vestiti troppo grandi, hai vissuto in povertà
    • negligenza emozionale: crescere con un genitore alcoolizzato, depresso, sempre arrabbiato, super ansioso; non ti hanno mai abbracciato e non ti sei sentito amato
    • assistere e vedere direttamente un membro della famiglia che subisce abuso emotivo, fisico o sessuale
    • subire direttamente abuso psicologico e/o sessuale, avere un genitore in carcere, povertà estrema, ecc.

 

Questo trauma è più subdolo, ma più complesso perché produce distorsioni della nostra identità. Per esempio, se qualcuno ti lancia addosso una pietra, la tua prima reazione automatica è quella di sposarti e di evitarla. Non rimani là perplesso, convinto che “sicuramente mi merito di essere colpito da questa pietra, perché tanto sono un completo fallimento ”.
Spesso è complicato anche da traumi trans generazionali, culturali o razziali, come ad esempio appartenere ud una minoranza culturale, subire discriminazioni razziali, vivere in povertà e stress tossico. Chi ne è colpito, si convince che “non merito di essere amato, non posso fidarmi di nessuno, c’è qualcosa di sbagliato in me”. Evita gli altri, ha diversi problemi emozionali e difficoltà a stare con altre persone e ad avere relazioni sane. Come risultato si disconnettono da loro stessi, dal loro corpo, dalle emozioni e neghiamo il nostro bisogno naturale di connessione.
In questa seconda categoria ricade il trauma complesso.

 

La differenza principale tra un trauma da shock e un trauma di sviluppo è la nostra capacità di affrontare, metabolizzare e integrare la nostra esperienza che è molto diversa quando siamo bambini e quando siamo adulti.

Cos'è il trauma complesso

Quando si parla di trauma complesso ci si riferisce all’insieme di esperienze traumatiche prolungate e ripetute, spesso inflitte da genitori o caregiver, in maniera più o meno consapevole. Il trauma complesso è relazionale per definizione.

Il trauma è ciò che succede dentro di te, come risultato di ciò che hai vissuto. In parole semplici diventa traumatico tutto ciò che travolge il sistema nervoso e la nostra capacità di gestirlo.

I traumi che succedono nei primi anni di vita – quando il nostro cervello si sta sviluppando, sono cruciali. Una parte sono pre verbali, quando non abbiamo ancora accesso al linguaggio, quindi spesso rimangono nel corpo sotto forma di sintomi. Lasciano il segno sulla nostra capacità di relazionarci, di fidarci dei nostri istinti, di gestire le nostre emozioni e di capacità di stare con gli altri.

I traumi si dividono in 2 categorie:

  1. Trauma per Mancanza: questo tipo si ha ad esempio nei casi di negligenza o abbandono, quando un genitore immaturo o instabile emotivamente è presente fisicamente ma emotivamente è assente.
    Quando davano poca sicurezza e non potevi contare su di loro per cose importanti. Se hai sofferto  di mancanza di cure, di empatia, attenzione oppure hai vissuto con vivere con un genitore con malattie mentali, alternanza tra vicinanza e distanza, tra amore e odio, con poco o niente contatto fisico.
  2. Trauma per Abuso: in questo tipo, al contrario del primo i genitori sono troppo presenti. Per esempio sono invadenti, non hai mai potuto avere privacy, sei stata obbligata a condividere tutto.
    Oppure ti sei ritrovata a prenderti cura di un genitore depresso o malato.
    Ricadono in questo tipo i traumi di chi ha subito abuso psicologico, umiliazioni, dove se non ci si comportava come volevano loro ritiravano l’affetto o non ti parlavano per giorni o ha subito abuso fisico, critica costante e umiliazione fino a  diversi gradi di abuso fisico e sessuale.

Impatto e conseguenze associate con il trauma complesso

Ecco le conseguenze del trauma complesso :

  • difficoltà nel gestire le proprie emozioni: impulsività, estrema ambivalenza emozionale – si passa dalle stelle alle stalle in 5 minuti, esplosioni di rabbia sproporzionate alla causa, si vive una frustrazione costante sullo sfondo anche se non spesso apertamente aggressivi, ci si sente morti dentro.
  • comportamento auto distruttivo, in diversi gradi e forme – come ad esempio, abbuffarsi e mangiare compulsilvamente, abusare di alcool e droghe (usate come anestetico per il dolore emozionale), comportamenti a rischio
  • immagine di sé piuttosto negativa – io non sto bene con me ma nemmeno con gli altri; si prova  vergogna e ci si sente sempre responsabile di come si sentono gli altri
  • incapacità di fidarsi – dovuto appunto al passato. Questa crea paura dell’intimità, facendoti  scappare dagli altri se l’intimità cresce, o anticipando l’abbandono (“tanto prima o poi mi lasciano tutti”) o diventando super critica nei confronti del tuo partner in modo da farlo allontanare o vivendo in continui conflitti che non permettono vicinanza reale e connessione.
  • Vivere in un stato permanete di iper allerta, ansia e sensazione di pericolo dietro ogni angolo.
  • Dolore somatico diffuso e persistente, insieme a delle risposte viscerali nel corpo collegate allo stress cronico che varia dalla colite, sindrome del intestino irritabile, diarrea, ipertensione, emicranie frequenti, artrosi e dolore cronico.
  • Perdita del senso della vita, portantoti a vivere senza una direzione e perdendo fiducia nell’umanità.
  • Si crea una visione pessimistica del mondo e si perde la speranza che qualsiasi cosa positiva possa succedere nel futuro
  • Un pervasivo senso di impotenza, di mancanza di prospettiva, di entusiasmo, perché non riesci a immaginare un futuro migliore del presente.
  • Nei casi più severi come abuso psicologico e sessuale, si ha lo sguardo lontano tipico della dissociazione: senti che sei fuori dal proprio corpo e ti stai vedendo dall’alto. Si sviluppa indifferenza, o ambivalenza emozionale estrema (amore e odio per la stessa persona nello stesso tempo, con la stessa intensità).
  • Desideri rimanere o passare inosservata e hai spesso la sensazione di disturbare e difficoltà di accettare complimenti
  • Fuggire dal conflitto o vivere in esso : sia l’evitamento che la lotta per il potere sono familiari. Sono molto critici degli altri, perfezionisti, e convinti che la vita è una lotta per la sopravvivenza del più forte.

 Tu non sei il tuo trauma, sei un essere umano che ha vissuto un trauma. Sicuramente è stato
intenso e doloroso, ma non significa che devi permetterle di modellare la tua visione del mondo per sempre

Gli effetti a lungo termine

Il Trauma crea delle convinzioni su noi stessi e sugli altri basate sulla vergogna: sono cattivo, sicuramente ho fatto qualcosa per meritarmi tutto questo, c’è qualcosa di sbagliato con me.

L’esperienza dell’abuso o della negligenza sono spesso dissociate – non abbiamo ricordi diretti, ma comunque si manifestano tramite ripetizioni simili all’esperienza originaria.

Le persone che hanno subito dei traumi, vedono il mondo tramite le lenti colorate e spesso disfunzionali delle emozioni intense: rabbia e ansia. La rabbia e l’impulsività diventano un cerotto per nascondere il profondo dolore non elaborato, che non ci si siamo permessi di sentire. Queste emozioni rimangono nel corpo a livello somatico, tramite tensioni corporee, postura rigida o collassata, difficoltà di respirare, blocchi nella zona genitale e nel pavimento pelvico. Le nostre esperienze infantili creano una mappa del mondo e le nostre esperienze in età adulta, spesso confermeranno queste convinzioni.

Dopo il trauma la nostra capacità di stare con gli altri è compromessa. Siccome non ci sentiamo al sicuro, teniamo tutti lontani, o al massimo alterniamo tra il bisogno di vicinanza e l’evitamento.
Se una persona è molto dolce, tenera e sicura, lo teniamo comunqnue a distanza di sicurezza, perché nel nostro cervello è costantemente accesa la lampadina del pericolo e con cui abbiamo vissuto per anni. 

Finché le risposte al trauma non vengono risolte, agiamo in modo automatico perchè il cervello rimane bloccato in uno stato di allerta e ci fa vedere pericoli anche dove non ci sono.
Se non ci sentiamo al sicuro non desideriamo il contatto, non ci farà piacere essere toccati, e abbiamo delle difficoltà nel stare fermi. Siamo sempre di corsa, facciamo le cose di fretta, sempre sotto pressione, perché se ci muoviamo almeno possiamo evitare lo spegnimento e la chiusura totale. 

Questo stato emozionale si traduce in effetti sul corpo come ansia, insonnia, problemi di intestino irritabile, tensioni muscolari croniche, ci costringe tenerci impegnati fino all’esaurimento o al burn out.
Il trauma non è ciò che ti è successo, ma è quello che è successo dentro di te, come conseguenza di ciò che hai vissuto. Di solito si produce una rottura. Le persone traumatizzate si dissociano o dal corpo, o dalle emozioni o da entrambe. Sentono molto poco, diventano super razionali, perché la testa è un rifugio, sono spesso anestetizzate, indifferenti ala sofferenza degli altri, sentono sicuramente meno dolore, ma anche meno di tutto il resto. Si sentono difettati, indegni di essere amati, insignificanti.

Il trauma crea una rottura cronica della CONNESSIONE e ci spinge in isolamento

Trauma ci spinge in RISPOSTE AUTOMATICHE, tutte le volte che vivremo in situazioni simili al trauma originale, ma ci impedisce appunto di verificare, se è una situazione di pericolo reale o solo percepito.

Trauma produce convinzioni patologiche che mantiene la persona bloccata in comportamenti ripetitivi. Una di queste convinzioni è che per loro è troppo tardi, sono troppo rotte, non si meritano di essere aiutate.

La vita ci colpisce duramente, a volte senza una ragione particolare. Ma la vita ti chiede anche: “Adesso cosa vuoi fare con quello che ti è successo?”.
Vuoi permetterle di definirti, di farti a pezzi, ti tenerti bloccato in ripetizioni ed evitamento per sempre?
Le vecchie ferite possono essere guarite solo a strati. La competenza più importante che serve per guarire dal trauma è la capacità di gestire emozioni forti come la rabbia (per tutto ciò che hai dovuto passare ingiustamente), l’ansia (perché il cervello rimane predisposto a vedere pericoli anche se i pericoli sono passati 20 anni fa), la mancanza di fiducia (perché spesso sei stato tradito da qualcuno di cui ti fidavi ciecamente), la vergogna  (che ti fa sentire una bambola rotta, indegna di essere amata). Tutte queste emozioni sono spesso esacerbate dal dolore non processato e dall’evitamento.

Vivere pienamente significa riconnettersi con il proprio corpo e con le emozioni che hai seppellito con grande cura e permetterti di sentire nuovamente.
Stando in isolamento non è possibile avere un confronto con gli altri, quindi non facciamo altro che rinforzare l’idea che a nessuno importa di noi. Piano piano l’isolamento produce disperazione e depressione.

Basel van der Kork dice “Il Trauma senza competenze è una condanna a vita, il trauma con delle competenze, è solo una storia che ti è successo tanto tempo fa!”
Per guarire devi lasciar andare anche alcune convinzioni handicappanti- come ad esempio: non posso, è troppo difficile, è colpa mia se mi è successo xxx.
Vedere le tue esperienze tramite la lente dell’auto compassione è il passo finale della guarigione. Hai fatto del tuo meglio per gestire le cose con le capacità e competenze che avevi a quel livello di sviluppo emozionale della tua vita.

Guarire dal trauma non significa che nel futuro diventerai immune a qualsiasi sofferenza umana o che non sentirai mai più dolore emozionale: sei un essere umano e ti capiterà di essere rifiutato, di avere momenti di tristezza, di rabbia, di invidia, momenti di solitudine. Ma quando risolvi e riesci a integrare la tua esperienza, non ti sei sentirai più buttato giù dalla vita e indifeso. Sarai più resiliente e sarai in grado di sentire una ampia gamma di emozioni.
La vita è troppo corta per solo sopravvivere. La guarigione del trauma complesso è un viaggio interiore, delicato per dare un senso alle tue esperienze, per riempire il buco della tua anima. Ma questa porta verso una vita piena, verso la gioia e la vitalità, si apre solo dal interno.

Queste ferite hanno bisogno di tempo per guarire. Sono parte di un processo in cui impari a dare un senso al tuo dolore e anche a creare dei finali alternativi alla sceneggiatura mentale ed emozionale di chi sei tu in relazione con gli altri.
Stare con il proprio dolore per un po’, senza fuggire nella mente è essenziale mentre il corpo e le tue emozioni si stanno scongelando.
Imparare ad esprimere le tue emozioni è essenziale nella guarigione. Lo so che forse sono state ignorate per anni, o sei stato punita quando lo hai fatto nel passato. Hai imparato di conseguenza che non è sicuro avere dei bisogni. Ma hai tutti I diritti del mondo di sentirti al sicuro con gli altri e amato per quello che sei, senza provare vergogna.
Possiamo guarire, quando integriamo le nostre esperienze e quando rilasciamo l’energia bloccata nel corpo.

Emanuela Duriga

Emanuela Duriga

Psicologa clinica e coach relazionale con formazione in sessuologia, Psico-traumatologia e Psico-somatica.

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